I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

Valle del Tenna: un itinerario tra storia, arte e gastronomia

La Valle del Tenna corre a tratti nella provincia fermana e in altri fa proprio da confine tra i territori di Fermo e Macerata. Lungo questo percorso si affacciano borghi ricchi di storia circondati da un incantevole ambiente naturale che va dalla media collina fino alle vette dei Monti Sibillini.

L’itinerario realizzato in occasione di #ripartidaisibillini2022, parte da Belmonte Piceno, un piccolo centro abitato che cela una storia millenaria. Proprio in questi luoghi infatti vi era un importante insediamento del popolo Piceno che ci ha lasciato in eredità una delle più ricche necropoli di questa civiltà preromana. Qui infatti a partire dai primi anni del novecento una serie di ritrovamenti hanno permesso di far luce sulle abitudini di questa popolazione che, contrariamente a quanto si pensava, era piuttosto progredita nella lavorazione dei metalli e dell’ambra che giungeva in queste terre direttamente dai paesi baltici. Oggetti rituali e di uso quotidiano, gioielli e armi di pregevolissima fattura oggi esposti nel locale museo archeologico che raccoglie sia materiale dei primi scavi sia elementi rinvenuti di recente tra cui la riproduzione di un meraviglioso cofanetto in ambra e avorio (l’originale è in restauro e verrà esposto nella nuova sede museale in corso di realizzazione). Sempre a Belmonte merita una sosta la piccola chiesa di Santa Maria in Muris o San Simone. La struttura che sorge su un colle di fronte al borgo è datata intorno al X secolo ed è stata costruita recupendo i resti di antiche mura romane le cui tracce sono ben visibili sulla facciata.  La chiesa è oggi sconsacrata e di proprietà comunale ed è impiegata come luogo per eventi e matrimoni civili.

Belmonte però è sinonimo anche di grandi formaggi: qui infatti ha sede l’Azienda Fontegranne che da anni è una garanzia per la produzione di formaggi a latte vaccino e caprino. L’attività della famiglia Scarafoni nasce nel 1968 e dal 2000, grazie all’impegno di Eros, è diventata sinonimo di altissima qualità. Formaggi freschi, stagionati, erborinati sono frutto di passione e impegno costanti. L’azienda inoltre è attiva nel sociale con progetti didatticie e di cooperazione. Da quest’anno poi Fontegranne ha accolto Ekaterina, una casara ucraina in fuga dalla guerra con i suoi tre figli, la nonna e due cani. Nel suo paese Ekaterina produceva, nella sua azienda nei pressi di Bucha, Blu Cheese e altri formaggi per i quali era anche stata premiata da Sloow Food. Grazie all’ospitalità di Eros e della sua famiglia oggi Ekaterina può continuare a produrre i suoi straordinari formaggi che hanno ulteriormente arricchito la gamma di Fontegranne.

Basta fare pochi chilometri risalendo il fiume ed ecco Servigliano, piccolo borgo caratterizzato dalla geometria del suo centro storico, realizzato secondo i canoni della città ideale settecentesca dopo che una frana distrusse il paese originario, situato più a monte. Dalla piazza quadrata su aprono le quattro vie principali che conducono alle porte di accesso al paese che ha mantenuto pressochè intatto l’impianto costruttivo originale.

A pochi passi dal centro c’era poi un luogo che dalla sua costruzione, nel 1915 ha influenzato fortemente la storia di questo borgo: il grande campo di prigionia. La struttura venne realizzata per ospitare i prigionieri austriaci durante la grande guerra ma divenne tristemente famoso durante il secondo conflitto mondiale come campo di concentramento per prigionieri militari, politi ed ebrei destinati alla deportazione in germania. In seguito fu trasformato in campo profughi per gli sfollati di Istria e Dalmazia a seguito dell’annessione di quei territori alla Jugoslavia e per reduci dalle ex colonie italiane in Africa e Albania fino alla definitiva chiusura nel 1955. Il campo che sfruttava la presenza della ferrovia che correva dal mare fino ad Amandola, condizionò notevolmente la vita di questi territori. Sia durante le rocambolesche fughe dei prigionieri che poterono poi contare sull’insperato aiuto di tante famiglie locali, sia negli anni del secondo dopoguerra quando con la presenza dei profughi il paese ebbe un’eccezionale crescita demografica con conseguenze alterne sulla vita sociale del borgo. Oggi nell’area dove sorgevano le baracche è stato creato il Parco della Pace, dove c’era dolore e sipereazione oggi giocano i bambini, ci si rilassa all’aria aperta e si svolgono eventi. Mentre nella vecchia stazione ferroviaria è stato allestita la Casa della Memoria che conserva al suo interno le immagini e storie di chi è passato da questo luogo in una sorta di viaggio nel tempo che tocca profondamente l’anima del visitatore. Un progetto inoltre prevede il recupero delle baracche rimaste in piedi ai margini del campo per ampliare gli spazi museali e fornire dei luoghi dove svolgere eventi e laboratori.

Sul lato Maceratese della Valle del Tenna invece si affaccia il borgo di Monte San Martino arroccato su uno sperone di roccia ad oltre 600 metri di altezza. Il paese è un susseguirsi di vicoli e piagge che risalgono fino alla chiesa di San Martino nella parte più alta del colle all’interno della quale sono custoditi preziosi polittici di Carlo e Vittore Crivelli, considerati tra le opere d’arte più importanti del territorio dei monti Sibillini. Poco più a valle del borgo invece la chiesetta di Santa Maria delle Grazie conserva al suo interno un affesco di Vincenzo Pagani e altre interessanti opere di artisti locali. Monte San Martino infine è anche noto come il borgo della Mela Rosa dei Monti Sibillini, una varietà molto diffusa un tempo che ha rischiato di scomparire soppiantata dalle tipologie più commerciali e che nel territorio circostante è stata reitrodotta grazie all’impegno di alcuni coltivatori. Di colore rosato verdastro e dimensioni ridotte si presenta con un gusto zuccherino e acidulo si presta per essere conservata a lungo e mantiene nel tempo le sue caratteristiche organolettiche.

Non lontano dalla Valle Tenna, nel paese di Gualdo merita una tappa il ristorante l’Infinito a Tavola. Si tratta della scommessa vinta di una giovane coppia formata da Valeria e Jacopo che hanno deciso di realizzare qui il loro sogno di gestire un ristorante fortemente legato al territorio e alle produzioni locali di alta qualità. Il loro lavoro è caratterizzato dalla ricerca dei prodotti migliori che la zona possa offrire presentati con ricette semplici e gustose basata su tradizione e una buona tecnica di esecuzione. Un lavoro luongo e difficile, frenato dalla pandemia ma che inizia a dare i suoi frutti, frutti gustosissimi.

A pochi chilometri più a ovest, risalendo il percorso del tenna non lontano da Smerillo un c’è un altro luogo consacrato al buon cibo e all’ospitalità: l’Agriturismo La Conca. Questo è il regno di Mirela che nella sua cucina coniuga tradizione e fantasia. I suoi piatti sono caratterizzati dai colori, dall’uso sapiente di spezie e fiori e da porzioni sempre generose. Mangiare alla Conca è come stare in famiglia sentendosi coccolati e viziati nella tranquillità della campagna di Smerillo.

L’itinerario lungo la valle del Tenna si conclude proprio sui Sibillini, non lontano dal luogo dove nasce questo fiume, poco sopra le Gole dell’Infernaccio, ai piedi del Monte Sibilla, nel minuscolo borgo di Isola San Biagio. Qui infatti il nostro percorso raggiunge il livello massimo, non solo in altitudine (che sfiora i 1000 metri) ma anche dal punto di vista enogastronomico. Qui infatti si trova l’Agriturismo Il Tiglio, uno dei pochi agriturismi italiani a potersi fregiare della Stella Michelin. La cucina dello Chef Enrico Mazzaroni è un perfetto connubio tra eccellenze locali ed ingredienti internazionali che si fondono mangistralmente per ottenere piatti che uniscono forza e delicatezza in un equilibrio perfetto. Una cucina gourmet che non è solo esercizio di stile o ricerca del bello ma che propone soprattutto piatti appaganti e golosi. Una cucina che nel tempo si è estremamente affinata traendo anche spunto dalle vicissitudini come il trasferimento forzato in riva al mare ai tempi del terremoto. Un viaggio culminato con l’arrivo della prima sospirata Stella Michelin, giusto riconoscimento alla cucina di Enrico e al lavoro in sala di Gianluigi che con il suo estro sa accogliere i clienti e riesce subito a farli sentire a casa.

La valle del Tenna è tutto questo, un itinerario tutto da gustare!