Pochi libri sono stati capaci di coinvolgermi, emozionarmi e commuovermi come il quello di Marco Scolastici “Una Yurta sull’Appennino”. Sarà perchè ho la fortuna di conoscere direttamente l’autore, sarà perchè parla di un luogo al quale sono legato fin da piccolo, sarà perchè è un libro stupendo, vero, scritto benissimo e sopratutto col cuore.
La cosa curiosa è che non l’autore non è un “professionista” della scrittura ma un giovane allevatore originario di Tarquinia che ha scelto di vivere a Macereto, a mille metri sui Monti Sibillini, gestendo l’azienda agricola fondata dal bisnonno. Ma forse è proprio questo a renderlo un libro interessante.
Non è un testo sul terremoto, il sisma ovviamente c’è nel racconto e non potrebbe essere altrimenti ma “Una Yurta sull’Appennino” parla principalmente dell’amore per la famiglia, la natura e un luogo dal fascino quasi magnetico. Una storia che sembra a tratti la trama di un film eppure è semplicemente il racconto della vita di un ragazzo normale e di una scelta coraggiosa che raccontata da lui sembra quasi ovvia e inevitabile. Forse è proprio la ricerca della semplicità la chiave della straordinarietà di questo libro. Marco è riuscito a scrivere quello che a parole lui, timido e introverso, forse non ci avrebbe mai detto. Sono stato tante volte nella sua azienda, nella yurta e a passeggio nei campi intorno a Macereto. Anche dopo il terremoto ho sempre pensato che quel ragazzo di poche parole aveva una marcia in più e ce l’avrebbe fatta nonostante tutto. Eppure, solo dopo aver letto queste pagine sono riuscito a comprendere in pieno a cosa era dovuta la forza di Marco e il suo incrollabile amore per questo luogo magico.
Una Yurta sull’Appennino a mio parere è un libro che tutti dovrebbero leggere, un libro capace di farci rivedere la nostra scala dei valori in un periodo in cui spesso dimentichiamo i veri valori alla ricerca di qualcosa di superfluo.
Grazie Marco