Ci sono molti testi che parlano delle Marche, guide turistiche, trattati storici e pubblicazioni varie. Ma il libro “Un Altro Viaggio nelle Marche” scritto a quattro mani da Paolo Merlini e Maurizio Silvestri e arricchito dalle foto di Mario Dondero è un libro diverso, anzi è tutta un’altra cosa.
Ad iniziare dall’argomento: un viaggio, il loro che non tocca, o al massimo sfiora le classiche mete turistiche della Regione, passa dai capoluoghi quasi forzatamente per dirigersi decisamente verso quella parte della regione dimenticata, fatta di piccoli borghi quasi abbandonati, di strade tortuose e polverose. Anche il modo stesso di viaggiare è una scelta che contraddistingue questo percroso alternativo: i vecchi e tanto vituperati mezzi pubblici. Ferrovie secondarie e poco frequentate, autobus lenti e coincidenze sporadiche (dopotutto il termine stesso coincidenza sa di fatto casuale e fortuito). Un viaggio spesso fatto fianco a fianco con gli abitanti del posto dai ragazzi diretti a scuola alle badanti di ritorno dal giorno di ferie e shopping. Un viaggio alla portata di tutti, facilmente replicabile a patto di partire senza la fretta di arrivare.
Tutto questo rende la loro un’esperienza vera e indimenticabile vissuta da Paolo e Maurizio con occhi e sentimenti diversi che si ritrovano nella lettura rimarcati anche dal diverso carattere di stampa usato per ognuno. Da un lato c’è Paolo, sognatore, a volte svagato che si perde spesso nei sui pensieri trasformando un viaggio a pochi chilometri da casa in un racconto alla Kerouac. Dall’altro Maurizio, più pragmatico, più viaggiatore moderno con i suoi appunti precisi e le sue immagini chiare e vivide. Il libro diventa un vagare non solo nello spazio ma anche nel tempo con l’affiorare di emozioni, ricordi e vicende passate.
I due attraversano la regione guidati più dallo stomaco che da mappe o itinerari in una continua ricerca del piatto vero, tradizionale preparato dalle cuoche di campagna, le vere depositarie del sapere gastronomico marchigiano e non solo. Queste donne sono le depositarie della storia dei nostri borghi, testimoni di anni di ricchezza e miseria quando il mondo non era quello delle superstrade e dei centri commerciali.
Un libro da leggere e rileggere, sottolineando e appuntando luoghi, ricette e personaggi per partire a nostra volta alla ricerca dell’autentico e magari di noi stessi in un altro viaggio nelle Marche.