Si è conclusa l’edizione 2014 di Tipicità a Fermo, l’annuale fiera del “Made in Marche” e del turismo regionale. Domenica io e altri blogger marchigiani siamo stai protagonisti, presso lo stand della Provincia di Fermo, della presentazione dell’e-book sul blog tour #sibillinisegreti, svoltosi ad ottobre nella zona di Amandola. Un blog tour che ha dimostrato la validità di simili iniziative con un notevole successo di pubblico. L’incontro di domenica è stato anche un’occasione per ringraziare la provincia per l’attenzione dimostrata verso il mondo dei blog e dei social. Al tempo stesso però ho potuto notare anche che la manifestazione Tipicità sta perdendo qualche colpo: meno prodotti e più sponsor non sono un bel segnale… In più ho trovato qualche contraddizione: l’enorme stand di una nota catena di supermercati aveva poco di tipici e credo anche che la gente entrata pagando un biglietto non fosse poi così attratta dai banconi del supermarket che vede quando fa la spesa quotidianamente… La ditta di autotrasporti poi sarà sicuramente un buono sponsor così come la fabbrica multinazionale di aspirapolvere ma non vedo cosa avessero di marchigiano… Poi i soliti stand istituzionali semivuoti con qualche volantino e qualche stagista assonnato e disinteressato… Gli stand poi sono un’accozzaglia dove si alternano comuni sparsi, eventi del territorio, istituzioni, sponsor e altro senza una logica ben definita. Tutto questo a discapito dei produttori e delle associazioni di categoria ai quali è stato concesso uno spazio decisamente ridotto rispetto agli anni scorsi. Mi chiedo perchè siano stati ammassati in uno spazio angusto i produttori di Coldiretti e Copagri… Forse perchè le rispettive associazioni non pagano più i ricchi compensi del passato? Bastava guardare le facce delle persone per capire che c’era una certa insoddisfazione nell’aria.
Peccato perchè con il miglioramento del polo fieristico fermano un evento come Tipicità poteva fare un salto di qualità e divenire la vera vetrina delle Marche per l’Italia e il mondo invece rimane un evento autorefenziale in cui i soliti si ritrovano per parlare delle solite cose. Questo miscuglio rischia di far perdere la caratterizzazione dell’evento come già avvenuto in passato a iniziative scomparse come “Cibaria”.