I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

Piccolo Atlante dello Street Food Italiano

E se lo Street Food salvasse la ristorazione italiana nei mesi a venire? Da quanto dicono gli esperti infatti il ritorno alla normalità, quella vera sarà lento e ci vorrà del tempo. Ci vorranno forse mesi per tornare a sederci al tavolo di un locale come prima. E nel frattempo? Dovremo mantenere le distanze a quanto sembra ed evitare luoghi chiusi e affollati.

Per questo una risposta potrebbe essere proprio lo street food, consumato in strada, all’aria aperta e ad un metro di distanza. Da nord a sud del nostro paese ogni regione ha i suoi cibi da strada tipici che non necessitano di altro che delle nostre mani (ben lavate) e al massimo di un cartoccio. Ecco perciò un breve atlante dello street food nazionale che speriamo vivamente di poter tornare a gustare quanto prima nelle nostre piazze, lungo le strade e ovunque ci sia un food truck.

Valle d’Aosta

Tegole: sottilissimi biscotti a base di mandorle e nocciole.

Piemonte

Miassa (Miascia): originarie di Quincetto nel Canavese sono focaccine di farina di polenta da farcire. Sia nella versione dolce che salata.

Gofri: cialde cotte sui ferri tipiche della Val di Susa e della Val Clusone. Realizzate con farina acqua e lievito, sottili e croccanti si gustano con salumi e formaggi o nella versione dolce.

Liguria

Farinata Ligure: focaccia a base di farina di ceci da mangiare da sola o accompagnata da verdure o salumi.

Focaccia di Recco: cotta al forno ripiena di formaggio fresco.

Fisceu: frittelle di pastella a cui spesso vengono aggiunti pezzetti di baccalà, bianchetti o broccoli, cipolle, borragine o quanto disponibile per insaporirle.

Lombardia

Sciatt: tipici della Valtellina sono delle frittelle tonde di grano saraceno con all’interno un cuore di formaggio casera.

Michetta: famosissimo panino milanese farcito con salumi vari.

Trentino Alto Adige

Fortaia: simile ad una crepes ripiena di lardo. Merenda tradizionale della valle dei laghi.

Tortel di Patate: frittelle di patate grattugiate solitamente accompagnate da salumi e formaggi locali.

Wurstel: tipici della cucina germanica ma diffusi anche nella provincia di Bolzano. Cotti alla griglia e consumati nel pane o da soli sono il tipico ciboda accompagnare alla birra locale.

Veneto

Folpetti: ovvero polipetti, tipici del Padovano, bolliti e serviti con olio, sale, limone e prezzemolo

Scartosso de pesse: cartoccio di pesce fritto tipicamente veneziano. Nella versione classica il pesce è infarinato con farina di mais.

Tramezzini veneziani: è nella città lagunare che infatti diventa famoso uno degli stuzzichini più famosi d’Italia. Si usa il pane al latte, senza crosta che, nella versione veneta è copisamente farcito fino a farlo rigonfiare. Il ripeno può essere vario ma quasi sempre accompagnato da una buona dose di maionese.

Friuli Venezia Giulia

Frico: nato nella Carnia si tratta di un pasticcio di patate cipolle e formaggio cotto in teglia.

Emilia Romagna

Tigelle: focaccine a base di strutto cotte nell’apposita piastra e farcite con salumi, formaggi o il tradizionale pesto modenese a base di lardo e parmigiano. Tipiche della provincia di modena.

Gnocco Fritto (Crescentina): frittelle a base di strutto fritte nello strutto e farcite con salumi tradizionali. Diffuso nelle province di Bologna, Modena e Reggio.

Erbazzone: tipico della provincia reggiana si tratta di una torta salata realizzata con l’impiego di strutto e farcita con bietole, spinaci, pancetta e parmigiano.

Borlengo: simile ad una crepes molto sottile viene farcito con la cunza un battuto di lardo, aglio e rosmarino con una spolverata di parmigiano. Tipico dell’appennino modenese.

Piadina: uno dei cibi da strada più famosi del mondo. Impastate con farina, acqua e l’immancabile strutto sono il classico spuntino della riviera. La versione più tradiziona prevede una farcitura a base di prosciutto crudo e squacquerone ma ormai se ne trovano con ogni ripieno possibile.

Cassone: ha un impasto molto simile alla piadina ma viene farcito e ripiegato su se stesso prima della cottura. Tradizionalmente farcito con pomodoro e mozzarella o con erbe cotte e formaggi fresco.

Toscana

Lampredotto: parte dello stomaco bovino stufato con pomodoro cipolla, prezzemolo e sedano e consumato nel panino tipicamente fiorentino condito con salsa verde e piccante.

Cecina: focaccia livornese a base di farina di ceci

Necci: focacce realizzate con farina di castagne e cotte sui ferri arroventati sul fuoco. Tipici dell’appennino Pistoiese.

Umbria

Torta al Testo: preparata con un impasto di acqua, farina, bicarbonato e sale viene cotta nelle tradizionali teglie (testi). Viene tradizionalmente condita con salumi, formaggi o salsiccia ed erbe cotte.

Marche

Porchetta: tradizionale arrosto di maiale disossato cotto nel forno a legna e farcito con il finocchio selvatico. Si consuma a fette nel panino.

Olive Ascolane: realizzate esclusivamente con olive di tipologia Tenera Ascolana DOP, vengono farcite con un macinato di carni miste, impanate e fritte. Sono servite nel tipico cartoccio.

Frittelle (Crespelle): pizzette fritte tipiche del centro sud della regione. Nel maceratese si consumano principalmente nella versione dolce mentre nelle zona ascolana si preferisce quella salata.

Lazio

Porchetta di Ariccia: il noto arrosto di maiale condito con rosmarino pepe e aglio. Si consuma nel panino.

Supplì: famossissimo classico della cucina romana. Nella versione tradizionale il riso è condito con ragù, pecorino romano e mozzarella. Detto anche supplì “al telefono” per il filo di mozzarella fusa che si forma quando si rompe a metà la polpetta di riso.

Pizza alla Pala: la versione romana della pizza, di forma rettangolare, infornata utilizzando una lunga pala di legno o alluminio da cui deriva il nome. Più alta e senza cornicione ha una consistenza croccante data dall’alveolatura dell’impasto. Viene condita con il classico pomodoro e mozzarella ma anche con varianti fansiose e prodotti locali.

Tiella di Gaeta: focaccia tradizionale della cittadina costiera laziale. Farcita con polipo stufato, pomodoro e olive.

Abruzzo

Arrosticini: street food abruzzese per antonomasia. Realizzati con carne di pecora o castrato vanno assolutamente cotti alla brace nella tradizionale griglia rettangolare detta fornacella.

Porchetta di Campli: simile a quella di Ariccia ma legata ad una tradizione molto antica e ben radicata nel borgo del teramano. Cotta nel forno a legna si consuma nei panini.

Molise

Pampanella: arrosto di maiale tipico del paese di San Martino in Pensilis. Piccante e speziata, dopo una lunga cottura si presenta mobida e di color rosso vivo. Si consuma all’interno di panini o nei cartocci.

Ostie di Agnone: dolce tradizionale tipico del periodo natalizio. Le ostie sottilissime realizzate con acqua e farina sono cotte sugli appositi ferri e poi farcite con un impasto di frutta secca, miele, cacao e liquore.

Campania

Piazza al portafoglio: si tratta di una classica pizza napoletana, di mensione ridotte che per esser gustata in strada viene ripiegata su se stessa di volte in modo da poterla tenere in mano.

Pizza fritta: realizzata friggendo l’impasto della pizza. Si trovano versioni semplici o farcite con pomodoro e mozzarella o con la ricotta, una delle tante delizie che si possono gustare a Napoli.

Crocchè: classiche crocchette realizzate con un impasto di uova, formaggio e pepe, impanate  e fritte.

Frittata di Pasta: si preparava tradizionalmente con la pasta avanzata insieme a uova, caciocavallo o scamorza, pancetta o altri avanzi di salumi. Questo mix crea uno dei cibi da strada più sostanziosi e gustosi d’Italia.

Marenna: non è una classica merenda anche se solitamente contenuta tra due fette di pane. All’interno può esserci di tutto. La versione più ricca prevede la farcitura con la “zuppa forte”o “zuppa di soffritto”, un mix di interiora di maiale, pomodoro, strutto e peperoncino.

Cuoppo: classico cartoccio di pesce fritto tipico della costiera Amalfitana, in special modo della zona di Cetara.

O pere e o musso: bollito di cartilagini, zampetti e muso solitamente di maiale o vitello. Condito con sale e limone e servito nel cartoccio.

Puglia

Sgagliozze: la polenta fritta tipica barese. Si può trovare nelle tante friggitorie più o meno regolari della Bari vecchia servita bollente nei cartocci.

Focaccia Pugliese: pizza realizzata con un impasto lievitato con aggiunta di patate che la rendono soffice e spugnosa. Viene condita poi con pomodorini, origano e abbondante olio.

Puccia: pagnotta tipicamente leccese farcita con verdure di stagione (pomodori, melanzane e zucchine o cicoria e rucola) sempre con aggiunta di formaggio.

Rustico salentino: tipico street food realizzato con due dischi di pasta sfoglia farciti con pomodoro, mozzarella e basciamella.

Panzerotto barese: si tratta di mezzelune di pasta lievitata, farcite generalmente con salsa di pomodoro e mozzarella e fritte.

Gnumareddi (turcinelli o marretti) : il nome deriverebbe dal latino glomus, ovvero gomitolo. Sono frattaglie di agnello o capretto cotte sulla brace all’interno del budello e aromatizzate con prezzemolo e finocchio selvatico.

Cazzatedda salentina: focaccia ripiena con moltissime varianti. Dal pomodoro, prosciutto e cipolla alle versioni con verdure e ricotta marzotica fino ai formnaggio e al pesce.

Bombette: polpette di carne di maiale ripiene di formaggio tipiche della Valle d’Itria.

Basilicata

Bombette: stessa ricetta pugliese ma in alcuni casi si può trovare anche la versione con carne d’agnello.

Gnumarieddi: molto simili a quelli pugliesi ma in questa regione si trovano ricette che contemplano anche l’uso di formaggio o lardo nel ripieno.

Calabria

Morzello: piatto catanzarese preparato con interiora di vitello cotte insieme a peperoni piccanti e pomodoro e servito nella tipica “pitta a ruota di carro” un pane casareccio tradizionale.

Pitta ca ricotta, l’ovu e curcuci: una sorta di pizza chiusa a libretto farcita con ricotta, uova e i curcuci, una sorta di ciccioli ottenuti dagli scarti della lavorazione del maiale.

Sicilia

Arancina (Arancino): la diatriba sul maschile o femminile del nome si trascina da anni. A Palermo sono Arancine, a Catania Arancini. Ora l’Accademia della Crusca sembra aver stabilito che il nome in italiano sia quello al femminile data l’etimologia proveniente da “arancia”. Quello che erò è davvero importane è che si tratta di uno dei cibi da strada più famosi del mondo. Formato da riso cotto con all’interno un cuore di ragù con piselli e cacio cavallo, impanato e fritto. Esistono anche versioni alternative come quella con mozzarella e prosciutto cotto.

Pani ca’ meusa: panino ripieno con milza, polmone e interiora di vitello stufate e con l’aggiunta di caciocavallo o ricotta.

Stigghiole: budella di agnello arrotolate su uno spiedino, generalmente cucinate in strada su una griglia generalmente improvvisata.

Sfincione: pane pizza lievitato e dalla consistenza spugnosa condito con salsa di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e caciocavallo ragusano.

Panelle: focaccine fritte di farina di ceci. Servite in un panino, il classico “pani e panelle”.

Pani cunzatu: ovvero pane condito. Pagnotta generalmente farcita con formaggio primosale, pomodorini, acciughe, cipolle e abbondante olio extravergine di oliva.

Frittola palermitana: frattaglie di vitello e scarti di macellazione bolliti e poi ripassati in padella con lo strutto. Portati in strada con i tradizionali cestini detti “panari” e serviti nei cartocci.

Cazzilli: crocchette di patate insaporite con prezzemolo e pecorino siciliano. Tipiche di Palermo.

Involtini di cavallo catanesi: carne di cavallo arrotolata intorno ad un mix di pecorino, aglio, pepe. Cotti direttamente in strada sulla griglia.

Sardegna

Fave del Sinis: fave lessate e condite con olio, aglio, prezzemolo e peperoncino. Servite nel cartoccio si consumano come fossero noccioline.

Pane guttiau: semplice pane carasau croccante,scottato sulla brave e condito con olio e sale.

Impanadas: mezzelune di pasta lievitata ripiene di carne di maiale.