I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

Per me Expo…E’ una cagata pazzesca!

Alla fine ci sono andato. Perchè ero curioso di vedere cosa avessero combinato. Non immaginavo nulla di buono anche perchè come ha detto Crozza: “Fare un Expo dal titolo Nutriamo il Mondo e farselo sponsorizzare da McDonalds è come organizzare un convegno di dentisti e farselo sponsorizzare dallo zucchero filato”.

Il vizio di senso c’è e si vede! Expo è un enorme lunapark fatto di luci, suoni, strutture megagalattiche e casino, tanto casino. Il cibo è sui maxi schermi o di plastica e quello da mangiare è oltre che costoso abbastanza finto e incapace di trasmettere il valore aggiunto che dovrebbe avere in una manifestazione del genere.

Visitando l’Expo la sensazione non è quella di entrare in contatto con altre culture, ma più che altro si vive in un’atmosfera alienante e sospesa da centro commerciale.

Non si può fare una manifestazione sulla cultura alimentare globale senza dare spazio ai contadini, i veri depositari della cultura alimentare globale. Non si può fare una manifestazione contro lo spreco alimentare costruendo delle strutture ipercostose (tra l’altro cementificando un’area agricola) che verranno abbandonate tra pochi giorni.

Expo è un controsenso è l’ennesima vetrina della vanità occidentale fatta di esagerazioni, sprechi e contrasti.

La cosa sconcertante e triste è vedere migliaia di persone in fila per ore per vedere delle immagini su maxischermi o per vedere delle riproduzioni in plastica di qualcosa che probabilmente non conosceranno mai veramente.

L’unico stand degno di note è ovviamente quello di Slow Food che non ha puntato su una struttura mega galattica ma su una semplicissima casa in legno modulare che una volta terminato Expo verrà smontata e donata a scuole ed enti. All’interno vi è un interessante percorso che coinvolge i sensi e con immagini, oggetti e odori fa comprendere al visitatore la differenza tra cibo fast e slow e soprattutto la differenza tra coltivazioni ecosostenibili e colture intensive destinate all’industri alimentare.

Ovviamente lo stand Slow Food come tutte le cose didattiche di questo mondo è semi deserto…

Il mondo e l’Italia in particolar modo hanno perso un’occasione mastodontica per creare una coscienza collettiva sensibile ai problemi ambientali, culturali e di approvvigionamento delle risorse che derivano da un sistema alimentare sballato che porta sulle nostre tavole una quantità gargantuesca di cibi insapori, senza cultura e dannosi per noi e per l’ambiente e che per gran parte finiscono nella spazzatura. Un sistema che contemporaneamente provoca fame, povertà e guerre nei paesi più poveri.