Che stiamo parlando di una delle più belle città del mondo credo sia chiaro a tutti…Chi non conosce le meraviglie di Napoli? Piazza Plebiscito, il Monastero di Santa Chiara, Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino il Cristo Velato e tante altre… Ma c’è anche una Napoli meno conosciuta ma non per questo meno affascinante…quella sotterranea. Il sottosuolo partenopeo nasconde una vera città ipogea fatta di tunnel, ambienti, cisterne cimiteri e costruzioni di epoche precedenti. Il tufo di cui è composto infatti si presta ad essere scavato facilmente sia per cavarne materiale da costruzione sia per ricavare stanze e cunicoli ipogei.
Il tour inizia con la la parte più antica: l’acquedotto greco-romano (ingresso da Via Dei Tribunali). Questo dedadalo di cunicoli (alcuni strettissimi) e grandi cisterne fu scavato per garantire l’approvvigionamento idrico della città tramite i pozzi che attingevano acqua dalle cisterne alimentate dall‘acquedotto della Polla (una sorgente sul Monte Somma). Il funzionamento di questo sistema veniva garantito dall’opera dei “pozzari” che scendevano (con notevoli rischi) attraverso i pozzi e garantivano la pulizia delle cisterne. L’acquedotto fu utilizzato fino al 1870 quando venne chiuso per problemi igienici. Durante la seconda guerra mondiale questi tunnel vennero usati come rifugi antiaerei garantendo la sopravvivenza di molti napoletani seppur in condizioni di vita davvero estreme. La visita dell’acquedotto comprende una parte molto suggestiva in cui si percorrono gli strettissimi cunicoli (non adatti ai claustrofobici) con il solo ausilio di una candela in modo da far rivivere ai visitatori le difficilissime condizioni di lavoro dei pozzari. Adiacente all’ingresso dell’acquedotto si trova anche il teatro romano inglobato nei palazzi del quartiere San Lorenzo. Visitandolo si può vedere come la città si stata costruita su edifici più antichi sfruttandone alcuni parti e riadattandole a nuovi usi.
Altra colossale opera di ingegneria sotterranea è il tunnel Borbonico, i lavori vennero avviati nel 1853 per garantire una veloce via di fuga al re da Palazzo Reale fino alla zona delle Caserme e del porto. L’opera non venne però mai ultimata e fino alla seconda guerra mondiale ebbe una sola via d’ingresso (quello principale da Via Morelli). La galleria rappresenta comunque un prodigio della tecnica, sia per le sue dimensioni, sia per le opere ingegneristiche realizzate. I progettisti infatti dovettero superare durante lo scavo due enormi cisterne dell’acquedotto che vennero scavalcate con la costruzione di due ponti. Anche questo tunnel durante la seconda guerra mondiale fu riadattato come rifugio antiaereo e venne dotato di un secondo ingresso da Vico del Grottone. I rifugi in realtà erano due: uno per la borghesia del quartiere di Chiaia e uno per il popolo. Notevoli erano le differenze: un ingresso comodo, gabinetti Richard Ginori, docce e lavatoi per i ricchi, mentre i ceti più poveri erano ammassati a centinaia in ambienti maleodoranti con servizi igienici praticamente inesistenti e un ingresso costituito da un’angusta scala con 75 gradini alti e sconnessi che provocavano rovinose cadute. Marco, la mia guida in questo viaggio nel passato mi racconta le atroci condizioni di vita in questi lugubri ambienti tra liquami maleodoranti che filtravano dal soffitto a causa della rottura delle condotte fognarie sovrastanti. La galleria dopo la guerra venne infine adibita a deposito giudiziario di veicoli confiscati. Molti di quegli automezzi si trovano ancora qui… corrosi dalla ruggine e dal tempo hanno acquisito un fascino straordinario.
La terza tappa di questo viaggio nel sottosuolo napoletano è il Cimitero delle Fontanelle nel rione Sanità. Si tratta di un enorme cavità nella quale sono conservate le ossa delle oltre 40.000 vittime della peste del 1656 e del colera del 1836. Il cimitero è famoso soprattutto per il rito delle “anime pezzentelle” che consisteva nell’adozione di un cranio al quale corrispondeva un’anima abbandonata (pezzentella) in cambio di protezione. I teschi adottati venivano posti all’interno di “casette” e venivano omaggiati con fiori e donazioni. Ancora oggi è possibile vedere qualche moneta poggiata sui crani del cimitero. Un luogo inquietante e affascinante al tempo stesso che incarna perfettamente il rapporto del popolo napoletano con i defunti e con l’aldilà. Da visitare assolutamente!
Indirizzo: Via Egiziaca a Pizzofalcone, 5, 80132 Napoli, Italia
Lat: 40.83523382229182
Lng: 14.246076639147986
Indirizzo: Via Egiziaca a Pizzofalcone, 5, 80132 Napoli, Italia
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