I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

Mangia come Parli: Ristoranti e Orrori nel Piatto

Frequentando abitualmente ristoranti in giro per il nostro paese mi capita sempre più spesso di imbattermi in situazioni tristi alla “vorrei ma non posso”.

Ovvero ristoranti che a fronte di una professionalità da trattoria di bassa lega cercano di scimmiottare l’alta cucina con piatti improbabili o volgari imitazioni condite di orrori gastronomici di ogni genere in una sorta di ricerca dello “strano ad ogni costo”. Ingredienti abbinati a caso con l’improbabile convinzione di ottenere qualcosa di nuovo con risultati a dir poco scioccanti. Il problema poi è il pubblico il più delle volte ci casca con la convinzione che un tentativo di fare alta cucina sia esso stesso alta cucina.

Negli anni mi è capitato di assaggiare di tutto: delle tagliatelle al farro con ragù di faraona, mirtilli e udite udite: cocomero! Il piatto più dissociato della storia! Oppure una costina di agnello brutalizzata con liquirizia dolce o ancora cetrioli disidratati simili a corteccia messi nel piatto come dilettanti allo sbaraglio, pizza con fette di limone e altre assurdità simili.

Altre volte invece ho trovato degli impiattamenti da rabbrividire: dal piatto – fioriera con petali e fiorellini sparsi ovunque, all’alberello di rosmarino fino alle classiche tempeste di pepe o di pseudo aceto balsamico (che fa tanto anni 80) o i più assurdi spiedi, lacci, tavolette e oggetti di uso (poco) comune.

Alcuni cuochi poi hanno l’idea che mettere tanti ingredienti e tante lavorazioni nel piatto faccia colpo. Purtroppo nell’epoca di Masterchef spesso è così: clienti che non hanno idea di cosa stiano mangiando si fanno abbindolare da ricette pseudo complicate in cui trovano posto spume, disidratati, tostati, basse temperature che non hanno ragione di esistere nello stesso piatto ma fanno tanta scena.

Perchè oggi fare semplicemente un buon piatto non basta più, bisogna ritoccarlo, reinventarlo, trasformarlo e impiattarlo come ad un freak show. E allora anche la trattoria si adegua (ahimè) cercando di imitare e seguire i dettami dei 4 giudici più famosi della tv. Così il cliente può auto convincersi che il piatto se è complicato è buono per forza e se a qualcuno dovesse non piacere è solo perchè non capisce l’alta cucina.

Allora io lancio un appello a difesa delle trattorie, quelle vere, quelle che fanno le cose come vanno fatte e che non usano il coppapasta e cucinano le ricette della nonna, in cui la decorazione nel piatto è al massimo la fetta di guanciale fritto. I famosi Ristoranti in cui Morire Felici. L’alta cucina per favore lasciamola fare a chi la sa fare!