I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

Le Marche restano fuori dall’Arca del Gusto

Eccomi, appena tornato dal Salone del Gusto di Torino, a dire il vero sono ancora frastornato dal turbinio di gusti ed emozioni di questo evento unico al mondo.

Dai prodotti tradizionali italiani ai cibi più insoliti provenienti da ogni angolo del mondo, cos’altro fare se non assaggiare? Lo skyr Islandese, il formaggio acido e cremoso ottenuto dal latte di capra, le ostriche selvatiche del mare del nord, lo yogurt di latte di zebù dal Kenya, i grandi formaggi del Piemonte e le più innovative birre inglesi. Un viaggio di  migliaia di chilometri in pochi passi.

Ecco la grande varietà di cibi e culture del nostro pianeta, una diversità che rischia di scomparire a causa della globalizzazione, delle multinazionali e dell’avvento delle colture ogm. Contro questo si batte decisamente Slow Food e per questo l’edizione 2014 del Salone del Gusto è stata dedicata alla salvaguardia della biodiversità e all’agricoltura familiare. Una parte importante del salone infatti, è stata occupata dall’Arca del Gusto, una sorta di banca dati della biodiversità alla quale ogni agricoltore ha potuto iscrivere i propri prodotti a rischio estinzione. E’ proprio grazie all’opera di questi contadini che può essere salvato quell’enorme tesoro costituito dalla biodiversità. Un tesoro non solo di gusti ma anche per molti un’ancora di sopravvivenza.

A tal proposito è stato un peccato vedere che una regione come le Marche non sia riuscita a portare al Salone del Gusto tutti i suoi “Agricoltori Custodi della Biodiversità” che già da anni grazie all’operato dell’Assam (agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche) garantiscono la salvaguardia di molti prodotti agricoli a rischio scomparsa. Sono oltre settanta le specie vegetali e animali autoctone censite nel repertorio Assam del 2003 e molte altre saranno quelle presenti nella prossima edizione. Prodotti che dovrebbero essere annoverati tra quelli dell’Arca del Gusto ma che rimango ancora sconosciuti ai più. L’incontro realizzato nello stand regionale purtroppo è passato quasi inosservato ed era semi deserto. Lo stand stesso rispetto a quelli delle altre regioni è apparso spoglio e povero, decisamente carente dal punto di vista organizzativo e dell’immagine. Peccato perchè un’edizione del salone dedicata alla biodiversità doveva essere la vetrina ideale per una regione a vocazione agricola come la nostra. Purtroppo come al solito l’organizzazione è stata scarsa e inadeguata e si è finito per perdere l’ennesima opportunità.