Poche montagne racchiudono tante leggende e miti come i Monti Sibillini. Da sempre questa catena montuosa ha suscitato la fantasia e dell’uomo probabilmente a causa della particolarità del suo paesaggio fatto di vette che s’innalzano ben al di sopra dei 2000 metri, di strette gole e di boschi fitti e misteriosi. Queste montagne fin da sempre hanno affascinato e attratto i viandanti che le percorrevano con un misto di attrazione e paura. Già Virgilio parlerebbe nell’Eneide di questa come la catena con l’inquietante appellativo di Monti Tetrici: “Qui Tetricae horrentes rupes” (le orride rupi del Tetrico). Anche i nomi attuali rimandano a storie e miti di demoni e maghi: Monte della Sibilla, Pizzo del Diavolo, Infernaccio, Passo Cattivo, Lago di Pilato. Ad ognuno di questi nomi è legata una leggenda fitta di mistero.
E’ il caso del Monte della Sibilla, simbolo indiscusso dell’intera catena, non è il più alto (2173 metri contro i 2476 del Vettore), ma presenta già all’aspetto alcune particolarità uniche: la corona, una fascia rocciosa che circonda tutta la vetta e la presenza della famosa grotta nella parte sommitale, purtroppo oggi quasi interamente crollata. Proprio la grotta, secondo la leggenda era abitata dalla Sibilla la mitica profetessa che fu scacciata da Cuma dopo che si era ribellata a Dio perchè non era stata scelta come madre di Cristo. Qui confinata riceveva le visite di coloro che volevano conoscere il futuro. Le leggende del posto poi narrano della Sibilla come una fata saggia e benefica le cui ancelle scendevano nei paesi a insegnare alle fanciulle l’arte della tessitura. Mentre i giovani che s’inerpicavano fino alla grotta avevano l’onore di danzare con la fata.
La grande notorietà la Sibilla la ebbe con il romanzo “Il Guerrin Meschino” scritto nel 1409 da Andrea da Barberino. Il libro narra le vicende di Guerrino va alla ricerca della Sibilla per conoscere le sue origini. L’opera più celebre però rimane quella di Antoine De La Sale, scudiero francese che racconta di essere arrivato su queste montagne alla ricerca della Sibilla. De La Sale, nella sua opera “Le paradis de la Reine Sibylle“, afferma di essere riuscito a salire sul monte e ad entrare nella grotta di cui da una minuziosa descrizione a cui allega anche un disegno molto particolareggiato della montagna. Parla di un’entrata angusta a forma di scudo a cui succede uno stanzone quadrato con alcuni sedili intagliati nella roccia. Dallo stanzone poi partiva un tunnel strettissimo che s’infilava nelle viscere della montagna, nel quale però De La Sale non si avventurò. Il fascino della grotta spinse poi numerosi avventurieri fino alla vetta del monte Sibilla che esplorarono la grotta con metodi più o meno scientifici. Le ultime notizie dell’interno della grotta risalgono agli anni sessanta: nella famosa “Guida Rossa” del TCI si parla di una grotta di modeste dimensioni (circa 10 metri) con un ingresso angusto e uno stanzone dal quale parte effettivamente un piccolo cunicolo. In quegli anni però si è verificato il crollo di buona parte dell’ingresso e dello stanzone per cui quello che rimane visibile oggi è poco più che un cumulo di massi su cui però si possono ancora intravedere alcune iscrizioni. Da studi recenti condotti con le tecniche georadar e geoelettriche sono emerse notevoli anomali all’interno della montagna e secondo gli esperti al di sotto dello stanzone crollato si dipanerebbe una fitta rete di tunnel. Dunque anche la scienza moderna confermerebbe che lassù qualcosa c’è effettivamente.
Comunque che crediate o no alle leggende, i Monti Sibillini vi conquisteranno con il loro fascino e le loro atmosfere sospese tra storia e leggenda. In giornate nebbiose come come queste passeggiando nei boschi o nei borghi di montagna riuscirete anche voi a percepire la magia e trovare voi stessi.
Indirizzo: 63088 Montemonaco AP, Italia
Lat: 42.8985697
Lng: 13.33245080000006
Indirizzo: 63088 Montemonaco AP, Italia
Lat: 42.8985697
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