Ogni anno, il 3 settembre, Viterbo si veste a festa per celebrare il trasporto della macchina di Santa Rosa patrona della città.
La manifestazione celebra la traslazione della salma della Santa dalla Chiesa di Santa Maria del Poggio al Santuario di Santa Maria delle Rose, successivamente dedicato alla Santa. Lo spostamento della salma avvenne nel 1258 per ordine del Papa Alessandro IV al quale, secondo la leggenda, la santa sarebbe apparsa in sogno.
La macchina è un enorme baldacchino, a forma di guglia, alto circa 30 metri, portato a spalla per le vie del centro da un centinaio di uomini, detti Facchini che sopportano un peso che sfiora i sei quintali. La macchina viene sostituita ogni cinque anni e la sua costruzione è affidata ad artisti e ingegneri selezionati tramite un concorso. I materiali sono diversi ma negli ultimi anni il legno e il metallo sono stati sostituiti dal vetroresina che consente di realizzare strutture più alte ma al tempo stesso di peso sopportabile.
I Facchini sono delle vere star in città, solo i più forti, devoti e meritevoli sono ammessi al trasporto. Il loro non è solo un lavoro di forza ma occorre coordinazione, precisione e affiatamento perchè anche solo un piccolo errore durante il trasporto della macchina può provocar un disastro. Vestono con le tradizionali divise bianche e rosse. Il bianco simboleggia la purezza, mentre il rosso ricorda la prima traslazione della salma effettuata dai cardinali.
La festa è una vera a propria istituzione a Viterbo ed è il fulcro del calendario per tutti i cittadini che aspettano questa data per tutto l’anno. Già dal giorno prima i viterbesi iniziano ad accaparrarsi i posti migliori per assistere alla sfilata dei facchini e al passaggio della macchina.
Le ore di attesa sono ripagate dallo spettacolo offerto dal passaggio della Macchina. La partenza avviene alle nove di sera dalla Chiesa di San Sisto quando tutte le luci della città si spengono e si accendono le centinaia di lumini della macchina. Il Capofacchino da gli ordini con le stesse frasi da sempre: “Facchini di Santa Rosa, sotto col ciuffo e fermi” , “Sollevate e fermi”, “Per Santa Rosa, avanti!”. Così l’enorme struttura inizia il suo viaggio verso il Santuario. Lungo il percorso la Macchina effettua sei soste durante le quali viene appoggiata su grandi cavalletti prima di iniziare la salita finale durante la quale i trasportatori vengono aiutati da altri Facchini con l’ausilio di funi.
La vista è affascinante: l’enorme guglia bianca, illuminata da centinaia di fiammelle, sfila per le strette vie buie, sfiorando i palazzi e, in molte occasioni, superandoli in altezza. Il pubblico applaude l’opera dei Facchini e inneggia al grido: ” Viva Santa Rosa!”. Credenti o no, Viterbesi o turisti, è impossibile non rimanere ammaliati dalla scena.
Terminato il trasporto la festa prosegue con lo spettacolo pirotecnico e la baldoria nel bellissimo centro storico di Viterbo tra locali all’aperto e vicoli e piazze.