Quando è nato, a giungo 2016, l’instatrekkingsibillini voleva essere un modo per promuovere i sentieri dei Monti Sibillini e mostrare la bellezza di quei luoghi. Poi, dopo il terremoto, con le strade ancora chiuse l’instatrekking è diventato anche un atto di resilienza, dimostrando che a piedi, attraverso le antiche vie di comunicazione si poteva ancora arrivare ovunque e riscoprire luoghi che per “colpa” delle strade erano diventati semplicemente un punto di passaggio anonimo da scorrere velocemente attraverso un finestrino. Col tempo poi al cammino si è affiancato sempre di più il racconto, non solo dei luoghi ma specialmente delle persone che con tenacia sono rimaste o che per amore di questi monti sono arrivate.
Il racconto infine, anche a causa del maltempo è divenuto il principale protagonista dell’instatrekking di quest’anno. Un cammino ridotto nei chilometri che però non ha lesinato comunque emozioni. Ad iniziare dal primo giorno con la salita da Montemonaco fino alle pendici della Sibilla e la conclusione nella frazione di Colleregnone all’Agriturismo Le Castellare per festeggiarne la riapertura dopo la ricostruzione post sisma. Una riapertura a lungo attesa che ha restiuito agli amanti della montagna un luogo dove sentirisi a casa accolti dal calore umano di Nadia e della sua famiglia. Un’amosfera che si percepisce dai particolari: le vecchie foto di famiglia in quello che era l’appartamento dei nonni, le immagini dei Sibillini presenti in ogni camera, la vecchia culla trasformata in una libreria con tanti volumi dedicati al territorio. Una storia, la loro, fatta di tenacia e amore per questo pezzetto di terra spazzato dal vento ma con una panorama e una magia unici.
E proprio il vento e il maltempo che ci hanno impedito di proseguire nella seconda tappa con la salita all Sibilla e la discesa verso Passo Cattivo e Frontignano facendoci optare per un più prudente trasferimento in macchina durante il quale però abbiamo avuto modo di incontrare altre storie d’amore per questi monti.
Come a Vetice, piccola frazione di Montefortino, dove Roberta, suo marito e i loro quattro figli, originari di Brescia hanno deciso di creare il loro piccolo mondo magico. Arrivati qui quasi per caso, si sono innamorati subito della magia dei Sibillini e qui hanno deciso di vivere e lavorare aprendo il loro agriturismo dal nome piuttosto evocativo: “Il Verdecammino“. Qui tra elfi, hobbit e nani producono formaggi di capra e prodotti cosmetici a base di latte di capra e lavanda e accolgono gli ospiti in due accoglienti camere.
Al rigugio di Fonte Lardina, nei pressi di Sassosetto abbiamo avuto l’occasione di salutare uno degli amici storici degli #instatrekking: Andrea Salvatori, che insieme a Chiara Santoni gestisce i Rifugi dei Sibillini. Qui tra una tisana e qualche racconto della vita in alta montagna Andrea ci ha svelato in anteprima di aver concluso l’accordo per aprire un altro piccolo rifugio recuperando un casaletto. Un altro piccolo ma importante passo per un progetto ambizioso e fondamentale per il territorio.
Dopo una breve sosta a Macereto all’arrivo Frontignano, ci accoglie Chiara nelle sede di C.A.S.A. (Cosa Accade Se Abitiamo), l’associazione di promozione sociale nata dopo il terremoto per sostenere la comunità Ussitana attraverso attività culturali e progetti volti a salvaguardare lo spirito comunitario e la memoria storia della vallata. Chiara è un’altro esempio dell’attrazione generata dai Monti Sibilinni: originaria di Pioraco e trasferita a Bologna dopo il terremoto ha scelto di venire a vivere nella più alta frazione di Ussita e impegnarsi per aiutare questa martoriata comunità.
La cena, nonostante la camminata ridotta ci aspetta al al ristorante La Filanda di Visso con un menù realizzato con la collaborazione e i prodotti di tutta la Compagnia dei Maestri Artigiani, il gruppo di imprese riunite nella struttura donata dall’azienda Loro Piana. Un pasto gustoso e ricchissimo fatto dei salumi della Norcineria Calabrò, dei formaggi dell’Azienda Scolastici, della pasta fresca della Filanda, dei legumi dell’Azienda Agricola Sapori dei Sibillini, proseguito con la carne della Macelleria Troiani e i dolci della Pasticceria Sibilla, il tutto accompagnato dal vino della Cantina Coppacchioli. Una cena che ha raccontato con i suoi piatti un territorio ricchissimo di tradizioni ed eccellenze enogastronomiche.
Il clima tornato favorevole ci ha poi permesso di completare la terza tappa, quella che ha seguito uno dei percorsi presenti nella Guida di Ussita edita da Ediciclo per la collana Nonturismo ralizzata grazie all’impegno di C.A.S.A. e alla collaborazione di Sineglossa e Riverrun. Una guida che è stata costruita raccogliendo i contributi degli abitanti della vallata per costituire una sorta di memoria condivisa del territorio. Così accompagnati da Chiara e Patrizia di C.A.S.A. abbiamo percorso il cammino che dalla piazza ci ha condotti prima nell’area SAE di Forapezza poi alla frazione panoramica di Tempori e infine, attraverso il bosco al remoto abitato di Vallestretta. Lungo il cammino le voci degli ussitani incontrati e brani tratti dalla guida ci hanno fatto rivivere le tradizioni, le vicende di questi borghi oggi purtroppo ridotti al silenzio dal terremoto che li ha duramente colpiti. Grazie alla Guida però le memorie sopravvivranno e continueranno ad essere raccontate nell’attesa che questi luoghi tornino a vivere e riprendano a scrivere la loro storia da vivo.
Il cammino è poi proseguito fino a Visso seguendo il tracciato del Cammino delle Terre Mutate e dell’Alta Via delle Marche. Due cammini per attraversare e vivere questo territorio che continua a resistere grazie alla bellezza dei luoghi e alla tenacia dei suoi abitanti.