Si è appena concluso l’#instatrekkingsibillini3, terza edizione del trekking social nel territorio dei Monti Sibillini, scopo dell’iniziativa promuovere percorsi a piedi, itinerari alternativi nell’area montana tra Marche e Umbria. Tre giorni di cammino che hanno ancora una volta dimostrato che nonostante le ferite del terremoto questi luoghi mantengono il loro fascino unico e restano comunque un posto straordinario dove godere della bellezza della natura. Un cammino da Norcia ad Accumoli, passando per Castelluccio che ha simbolicamente unito le aree più colpite dai terremoti di agosto e ottobre 2016.
Giorno 1: Norcia – Campi di Norcia (9km, disl. +500 -342)
La partenza avviene direttamente dalla piazza della cittadina umbra al cospetto di uno dei simboli del sisma: la facciata della Basilica di San Benedetto, ciò che resta della chiesa dedicata al patrono d’Europa. Il santo dall’alto del piedistallo al centro della piazza sembra indicarci il cammino che, appena varcate le mura si fa subito in leggera salita , prima seguendo la strada asfaltata poi proseguendo sul sentiero ben tracciato che inizia all’altezza dell’Agriturismo “Le Vigne”. Sotto una leggera pioggia il percorso attraversa prima una zona di campi coltivati poi s’inerpica nel bosco fino a raggiungere il passo di Ancarano che immette nella valle di Campi di Norcia. La pioggia si fa piuttosto insistente ma siamo attrezzati per affrontarla. Dalla cima si prosegue su un comodo sterrato pressochè pianeggiante e a tratti in discesa che lambisce e attraversa alcune borgate della vallata ancora fortemente segnate dal sisma. In circa 9 chilometri si raggiunge Campi, il piccolo borgo divenuto tristemente famoso per esser stato il più vicino all’epicentro della fortissima scossa del 30 ottobre. Qui ci si aspetta di trovare solo devastazione, macerie e un paese deserto e invece con un certo stupore vediamo che alcune case sono abitate mentre più in basso la sede della Pro Loco è un continuo viavai di persone. Ci Roberto ci spiega che la struttura è nuova ed era stata inaugurata poco prima del terremoto. Proprio qui gli abitanti del borgo hanno trovato un primo riparo durante l’emergenza e questo è stato fin dal subito il centro nevralgico della vallata. C’è una riunione in corso, si fanno i preparativi per un evento, uno dei tanti che animano questo piccolo angolo di appennino perchè il terremoto non può e non deve fermare la voglia di vivere in questo posto difficile ma pur sempre stupendo. Anche per questo è nato il progetto Back To Campi, l’ambizioso progetto di Roberto che punta a riportare il turismo grazie alla realizzazione di un’area camper attrezzata.
Qualche passo ancora ed eccoci al termine della prima tappa: l’Agriturismo Fonte Antica. Una meravigliosa struttura del 700 sapientemente restaurata in modo da mantenere il fascino originario ma anche di resistere alle scosse più forti. All’esterno il grande giardino offre zone relax, giochi per bambini e un’invitante sauna con una bio fontana. Ci accolgono i fratelli Angelini Paroli, Paolo, Giovanni ed Elisabetta che ci accompagnano nella visita di quella che è la casa della loro famiglia da oltre tre secoli. All’interno la storia è palpabile: mobili e foto rimandano ai tempi passati, l’impressione è di essere anche noi parte integrante della famiglia. La vista delle camere ci da la certezza che la notte sarà estremamente riposante: ampie, bellissime e confertevoli. Questa volta niente sacco a pelo ma anche noi potremo goderci un po’ di lusso. Prima di cena ci rilassiamo nella sala comune della struttura con biliardo, biliardino e il grande camino centrale che immaginiamo acceso e circondato di gente nei freddi mesi invernali. La cena è decisamente all’altezza della situazione. Elisabetta sa utilizzare al meglio i prodotti dell’azienda agricola e le specialità locali. La pasta ricotta e guanciale e il pollo in ci rinfrancano dell’acqua presa. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento all’indomani, ci aspetta la tappa più dura dell’ #instatrekkingsibillini3.
Giorno 2: Campi di Norcia – Rifugio Belvedere (Forca di Presta) (23,5km, disl +1500 -740)
Ci svegliamo presto, Elisabetta ci aspetta, ha preparato una ricca colazione: c’è veramente di tutto! Torta fatta in casa, biscotti del forno, succhi e marmellate e tanto altro. A tavola si consulta il meteo: non promette bene, sono previsti temporali intorno a mezzogiorno, a quell’ora rischiamo di farci sorprendere in quota in una situazione difficile per la possibile caduta di fulmini. Decidiamo comunque di fare la tappa ma chiediamo a Giovanni di accompagnarci per il primo tratto in fuoristrada in modo da arrivare al valico prima della tempesta. Ci avviamo sulla strada sterrata che parte proprio di fianco all’agriturismo e s’inerpica nel bosco risalendo il monte delle Rose. La strada è in buone condizioni anche perchè dopo il terremoto a causa di frane e smottamenti sulle provinciali questa è stata l’unica via d’accesso a Castelluccio. Qui sono passati con tante difficoltà i primi soccorritori e sempre grazie a questa pista gli agricoltori castellucciani sono potuti tornare a coltivare la lenticchia. Superati i primi tre chilometri di salita ripida nel bosco decidiamo che il passaggio ci può bastare e proseguiamo a piedi. La strada ora sale dolcemente sul versante della montagna tra prati fioriti e il canto degli uccelli. Le nuvole basse incombono ma tra gli sprazzi di sereno intravediamo un panorama mozzafiato che spazia verso l’Umbria e lascia intravedere sullo sfondo la sagoma del Terminillo. Inizia a cadere un po’ di pioggia ma nulla di particolarmente preoccupante. Poi una curva e finalmente davanti a noi si staglia la sagoma inconfondibile della Cima del Redentore e il panorama appare d’improvviso familiare. Sulla nostra terra in basso a tratti scorgiamo Norcia, sembra lontanissima eppure eravamo li solo pochi chilometri fa. Iniziamo la discesa attraversando una faggeta secolare. Le enormi radici affioranti creano incredibili opere d’arte naturali, ci fermiamo ad ammirare tanta maestosità. Un’ultima salitella ecco finalmente aprirsi sotto di noi il Pian Grande di Castelluccio e i colori della fioritura incipiente. Il paese sulla sinistra appare decisamente mutato dopo il terremoto e le ferite sono davvero profonde. Arriviamo che ormai è ora di pranzo e una certa fame si fa sentire perciò optiamo per una sosta all’agriturismo il Guerrin Meschino dove è possibile mangiare nella veranda della struttura mentre la cucina è stata sistemata su un pulmino. Ci godiamo un sacrosanto piatto di lenticchie in compagnia degli operai che stanno lavorando agli abbattimenti e alla costruzione delle strutture temporanee. Qui ci soffermiamo anche ad ascoltare i racconti di Luigi, un tipo tosto, che il terremoto non può certo scalfire. Lui non si è dato per vinto ma inveisce contro la burocrazia che rallenta e fino allo sfinimento ogni azione volta alla ripartenza.
Contrariamente alle previsioni intanto è uscito un po’ di sole e ci incamminiamo lungo il Pian Grande costeggiando il massiccio del Monte Vettore con la Cima del Redentore che fa capolino tra qualche nuvola solitaria. Sul fianco della montagna è ben visibile la frattura che ha originato tutto questo: lo chiamano il Sentiero delle Fate perchè secondo la leggenda lo sfregio che corre sul versante castellucciano della montagna è stato provocato dalla corsa forsennata delle Fate che, dopo una notte di balli, nella frazione di Pretate dovevano rientrare alla grotta della Sibilla prima del sorgere del sole. In realtà quella lunga fessura non è altro che la faglia che divide il centro Italia a metà e che nel si è risvegliata nel 2016 con tutto quello che ne è conseguito. Il sentiero attraversa i campi in cui sta per esplodere la fioritura, i prati si stanno già tingendo di rosso, viola e giallo dando vita ad uno degli spettacoli più bella che la natura possa concederci, un pastore solitario ci passa a fianco col suo gregge di pecore e i cani, lo osserviamo e scattiamo qualche foto come dei viaggiatori del tempo. Arriva improvviso il momento di fare i conti con il meteo: la pioggia tanto annunciata ora si rovescia su di noi con la violenza attesa. Un forte vento contrario contrasta la nostra lenta salita verso Forca di Presta facendo quasi chiudere gli occhi, la camminata perde improvvisamente ogni suo aspetto piacevole. Una volta in cima ci aspettano altri 4 chilometri fino al rifugio Belvedere ma fortunatamente in nostro soccorso arriva Stefano con il suo fedele pandino 4×4 ad evitarci questo ultimo supplizio.
Il rifugio Belvedere è una piccola struttura in legno situata in una terrazza naturale affacciata sulla vallata del Tronto e sui Monti della Laga lungo il Grande Anello dei Sibillini, nel tratto tra Forca di Presta e Colle le Cese, dopo il terremoto e le conseguenti lesioni subite dai due rifugi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è divenuto un punto d’appoggio fondamentale. All’interno due stanze: in una si dorme e nell’altra si mangia e un piccolo bagno. Ad aspettarci troviamo Andrea Salvatori, l’uomo senza il quale gli Instatrekking non sarebbero mai nati. E’ lui infatti che recupera e trasforma in rifugi ogni struttura in discrete condizioni sui Monti Sibillini. Ha iniziato col Fargno, poi sono arrivati Casale Saliere a Fematre, Casale Argentella, il Belvedere e Fonte Lardina, ma altri già sono in lavorazione e presto la rete dei Rifugi dei Sibillini verrà ampliata. Andrea è salito al rifugio con la compagna Chiara che nonostante sia in cinta di oltre 8 mesi ha insistito per venire a prepararci una ricca cena. Fuori il clima continua a peggiorare ma nel rifugio si sta bene, le tagliatelle al ciauscolo, lo spezzatino e un buon bicchiere di vino ci rimettono in sesto. Dopo cena Andrea e Chiara ripartono verso casa, con noi resta Stefano che da qualche tempo aiuta Andrea nella gestione del rifugio, dopo cena ci racconta la sua storia sconvolta dal terremoto. Un forno, una casa, un b&b ad Arquata del Tronto, tutto finito nella tragica notte del 26 agosto. Ci racconta la scossa che lo ha sorpreso al lavoro nel suo laboratorio, le immagini impresse nella mente della casa che “sobbalzava” mentre si aprivano squarci e crepe. Il soccorso ai vicini, miracolosamente illesi, il lavoro estenuante per salvare un amico intrappolato tra le macerie della sua casa distrutta ma miracolosamente vivo, la penosa ricerca delle vittime a Pescara del Tronto, tutto raccontato con gli occhi lucidi e l’emozione ancora viva. Poi il lungo limbo dei mesi sulla costa fino all’assegnazione di una casetta. Riaprire il forno era impensabile con i pochi abitanti rimasti e allora ecco la lunga ricerca di un lavoro fino all’incontro con Andrea che ha visto in lui la persona giusta per gestire questo posto un po’ fuori dal mondo. Stefano non solo è un grande appassionato dei Sibillini ma è anche guida di “media montagna”. Inizia a raccontare le tante storie legate a questi monti: imprese di alpinismo, soccorsi in quota e anche fatti tragici come la morte sul Vettore di Tito Zilioli. Le parole nella sua bocca si fanno immagini, ci trasmette la passione che lo ha guidato per anni su queste vette. Avremmo voglia di restare ad ascoltarlo per tutta la notte ma si è fatta una certa e domani ci aspettano altri chilometri. Ci congediamo e ci sistemiamo nei letti a castello dello stanzone sperando che nessuno russi troppo…
Giorno 3: Rifugio Belvedere – Accumoli (19,5 km, disl. +550 -1300)
La notte passa veloce nonostante qualcuno accenni ripetuti concerti notturni, alle 7 siamo già tutti in piedi ma il nostro entusiasmo viene subito spento dalle condizioni meteo avverse: nuvole basse, visibilità quasi nulla e pioggia leggera. La terza tappa dell’#instatrekkingsibillini3 parte decisamente male. Facciamo una ricca colazione e un po’ a malincuore salutiamo Stefano e ci avviamo lungo il GAS verso Colle le Cese. Il percorso è facile con continui e dolci saliscendi su un sentiero ben segnalato e in poco tempo raggiungiamo il colle in un’atmosfera un po’ surreale: tra la nebbia fa capolino quello che resta di una vecchia e data la quota poco elevata piuttosto incomprensibile stazione sciistica. Il rifugio, oggi inagibile, il campo scuola, il noleggio sci abbandonato da tempo, quello che resta di un sogno di turismo invernale assolutamente incomprensibile.
Qualche altro chilometro ed eccoci a Forca Canapine. La strada che attraverso il valico unisce Arquata a Norcia è ancora chiusa e sulla zona regna un totale silenzio acuito dalla nebbia fitta e umida che ci bagna il volto. Proseguiamo decisi verso i Pantani di Accumoli, una serie di laghetti in una verde conca tra le montagne, un luogo molto frequentato da numerose specie animali. Normalmente ci saremmo fermati in questa zona per scattare alcune foto ma ahimè la nebbia fittissima rovina tutto perciò concordiamo di continuare la marcia direttamente verso la meta finale con la prospettiva di arrivare per l’ora di pranzo e gustare un buon piatto di Gricia o Amatriciana.
Gli ultimi chilometri di ripida discesa si fanno sentire nelle gambe ma la vista della meta e la prospettiva del pranzo allevia le sofferenze, anche la nebbia si è diradata e ci consente di ammirare il panorama che spazia dai monti Sibillini alle vette abruzzesi mentre di fronte a noi, dall’altra parte della vallata si intravede Amatrice. L’arrivo ad Accumoli avviene nell’area SAE, in quella che è la nuova piazza del paese. Nonostante i nostri inviti nessuno del comune arriva a salutarci e dato che il centro storico è ancora presidiato dall’esercito non riusciamo a concludere il nostro cammino nel luogo che avevamo scelto simbolicamente per unire i due versanti del terremoto: quello colpito ad ottobre e quello di agosto. Non ce ne facciamo un cruccio e ci consoliamo con una sana doppietta Gricia – Amatriciana nella frazione di Grisciano, patria natale della gricia appunto.
Siamo stanchi ma felici di aver vissuto quest’ennesima avventura sui Sibillini, abbiamo percorso chilometri, incontrato luoghi e persone che raccontano di tante difficoltà ma anche di una grande forza d’animo e tanta, tanta voglia di ripartire.
Tutti i tracciati del percorso dell’#instatrekkingsibillini3, realizzati in collaborazione con Luca Marcantonelli di Con In Faccia Un Po’ Di Sole, sono disponibili sull’app Wiew Ranger.
Indirizzo: 06046 Norcia PG, Italia
Lat: 42.79167459999999
Lng: 13.094733499999961
Indirizzo: 06046 Norcia PG, Italia
Lat: 42.79167459999999
Lng: 13.094733499999961