Si è concluso anche questo #instatrekkingsibillini2. Tre giorni, 40 chilometri, quasi 2000 metri di dislivello per portare un messaggio: i Monti Sibillini sono aperti e percorribili! Ecco lo spirito che ci ha animato. Da Amandola a Visso per dire che i Sibillini sono una cosa sola, oltre i futili confini umani, oltre le beghe di campanile perchè il popolo dei Sibillini ora più che mai deve essere unito da un versante all’altro.
Ma se qualcuno mi chiedesse veramente perchè lo abbiamo fatto io risponderei per amore perchè in fondo siamo innamorati di queste montagne e della gente che ci abita e non riusciamo a separarcene. Possiamo darci qualsiasi motivazione ma niente sarà come svegliarsi al Rifugio Fargno col panorama del Monte Bove illuminato dai primi raggi del sole o ammirare la vista che si gode dalla cima del Monte Rotondo con il mare che sembra ad un passo. Oppure arrivare a Macereto e meravigliarci ogni volta della sua bellezza. Ecco cosa ci spinge a salire come accade per chi come noi è stato stregato da queste montagne. Perchè la magia della maga Sibilla è ancora forte su queste terre e ha la capacità di rapirti e vincolarti per sempre.
La sua magia vive ogni giorno nelle persone che si incontrano quassù: Edgardo, il gestore del Rifugio Città di Amandola, uomo tenace e combattivo che convive con due lavori, anche se quello di gestore di rifugi è più che altro una missione per lui. Prima lo vedi all’opera sulla vecchia falciatrice con l’aria dell’uomo rude di montagna e un’ora dopo se ne esce dalla cucina di Garulla come un vero chef con una strepitosa polenta con formaggio fuso, funghi e salsiccia.
Poi c’è Andrea e la sua lucida follia. Lasciare un mondo fatto di contratti, ricche provvigioni, riunioni d’affari e impegni in giacca e cravatta per un altro fatto di sterrati, neve, polvere, fatica e incertezza ma ricco di umanità, sorrisi e abbracci veri. Con il progetto ambizioso ma bellissimo: creare una rete di rifugi sui Sibillini per permettere a chi arriva di attraversarli a piedi da una parte all’altra. Andrea è un esempio di tenacia e ottimismo, con la sua capacità di non arrendersi mai, di trovare sempre il lato positivo anche nelle situazioni peggiori. Lui e quella sua vecchia Y10 4WD sono uno dei monumenti di queste montagne.
E camminando altri si aggiungono all’elenco, perchè non c’è un luogo qui che non nasconda una storia. Arriviamo da Marco, nella sua azienda a Macereto. Anche lui è un esempio fulgido di tenacia, un altro che ha scelto l strada più difficile ma anche la più bella e gratificante. E anche lui sta vincendo la sua battaglia grazie al suo cacio Sopravissano e al suo contagiosissimo sorriso.
Ed in fine c’è Patrizia che a Ussita ha deciso di rimanere contro tutto e tutti per raccontare la sua storia di resilienza e amore per la montagna. Un punto di riferimento, un esempio: restare per resistere, restare per mantenere un’identità, restare per non far morire una comunità. Patrizia l’abbiamo incontrata a Visso, al termine del cammino e dopo aver attraversato la zona rossa nel più totale silenzio. Addosso una sensazione di vuoto e di vergogna come per aver violato l’intimità di quelle abitazioni e nel cuore i ricordi e la speranza di rivederla com’era al più presto.
Credo sia per merito di queste persone se questi luoghi torneranno a splendere come prima. Questo ritengo sia giusto tornare qui con costanza anche solo per un saluto, anche solo per un abbraccio. E potete star sicuri che ripartirete molto con uno spirito migliore e una grande ricchezza interiore che solo certe persone e certi luoghi riescono a donare.
Infine vorrei che #instatrekkingsibillini2 rappresentasse un esempio per questo territorio per un futuro che parta proprio dai cammini come forma di turismo. La magia dei Sibillini è proprio questa: montagne bellissime ma accessibili con camminate impegnative ma non impossibili che conducono a panorami fantastici in cui natura e l’uomo convivono da sempre. Scendere dalla macchina e cominciare a camminare è il modo migliore per percepire questa magia.