I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

#instatrekking secondo giorno: incontro col Redentore

Giorno 2: La sveglia è alle 7:30, la colazione è già pronta in tavola: un caffè caldo, le crostate immancabili la marmellata e i biscotti. Bisogna fare il pieno per la giornata che ci aspetta.

Il gruppo è dimezzato: c’è chi è dovuto ripartire per gli impegni lavorativi e chi ha pagato gli sforzi del giorno prima con dolori e crampi. Restiamo in quattro e ci avviamo per la seconda tappa del nostro viaggio.

Si parte ed è subito salita dura: dai 1500 metri di Capanna Ghezzi dovremo salire fino ai 2448 della Cima del Redentore. La prima asperità è Forca Viola a quota 1936, il caldo e la fatica del giorno prima si fanno sentire.

A metà della salita verso la forcella ci voltiamo a guardare Capanna Ghezzi: sembra già minuscola, Nata nei pressi di una fonte come rifugio per i pastori è protetta dai venti dal profilo morbido dei Colli Alti e Bassi. Dopo un periodo di semi abbandono la struttura è stata presa in gestione da Andrea Salvatori che l’ha trasformata in un comodo rifugio con cucina e una quindicina di posti letto.

Superiamo Quarto San Lorenzo (2247), prima cima della catena del Vettore che da Forca Viola chiude ad arco la valle del lago di Pilato. Poco dopo siamo sulla cosiddetta Cima dell’Osservatorio (2350), Andrea Morgantini, la nostra fidata guida, ci mostra il grande sbancamento realizzato negli ultimi anni dell’800 proprio per la costruzione di un osservatorio astronomico. La struttura non è mai stata realizzata ma resta lo sfregio della montagna simile a molti altri lasciati dai tentativi di realizzare progetti assurdi su questi monti.

Il caldo è insopportabile, avvicinandoci alla vetta i prati lasciano il posto alla pietra mentre è ancora ben visibile una lunga lingua di neve appena sotto la cresta. Sotto di noi l’altopiano di Castelluccio inizia a colorarsi con i primi accenni di fioritura mentre sulla sinistra appare quasi minaccioso il profilo pietroso e brullo della cima del Vettore con l’inconfondibile sagoma della croce piegata.

Siamo finalmente ai 2448 metri della Cima del Redentore la salita è finita ci sediamo stanchi ma soddisfatti.

Il tempo di riprendere fiato e si scende verso il rifugio Zilioli. Il primo tratto è tutto in cresta: oltrepassiamo la Cima del Lago (2423) e la Punta di Prato Pulito (2373) . Sotto di noi ammiriamo il Lago di Pilato in tutto il suo splendore. Poi inizia la discesa vera, ripida ed è anche peggio della salita. Le ginocchia e i piedi iniziano a far male e bisogna stare attenti perchè la pietraia è scivolosa e cadendo ci si può far male. Ci concediamo una breve sosta al Rifugio Zilioli, modesta struttura situata sulla Sella delle Ciaule (2240) tra il Vettore e la Cima del Redentore. E’ composto da due stanze, una chiusa (le chiavi sono disponibili presso il CAI di Ascoli) e una aperta che può essere usata come riparo in casi estremi. Da qui riprendiamo il ripido sentiero che scende verso Forca di Presta.

Dall’alto vediamo il Rifugio degli Alpini come un miraggio. Sembra vicino ma non arriva mai e la fatica si fa sentire. Poi finalmente ecco la fine del sentiero pochi passi ancora ed eccoci al rifugio a gustare una meritata birra. Siamo arrivati al termine di questa avventura.

I Sibillini ci hanno chiesto un pegno di fatica e sudore ma ci hanno dato in cambio un esperienza unica: un confronto diretto con la natura ma soprattutto con noi stessi. Chi va in montagna conosce la sensazione che si prova salendo su una cima: fatica, dolore ma soprattutto tanta soddisfazione. L’importante è rispettare la montagna perchè dopo tutto siamo degli intrusi in questi luoghi bisogna far attenzione, se non trattata col dovuto riguardo la montagna può respingerci facendo anche molto male.

Indirizzo: Cima del Redentore, 06046 Norcia PG, Italia

Lat: 42.8255613

Lng: 13.25485470000001

Indirizzo: Cima del Redentore, 06046 Norcia PG, Italia

Lat: 42.8255613

Lng: 13.25485470000001