Da qualche giorno la discussione sul tortellino bolognese si è accesa scoprendo che l’Italia è un paese di puristi della gastronomia tradizionale che hanno gridato allo scandalo.
Il pomo della discordia è il cosidetto “tortellino dell’accoglienza” con il ripieno di pollo anzichè del classico maiale, a quanto sembra ideato per far gustare anche alle persone di fede islamica. Ovviamente questa proposta ha sollevato lo sdegno di molti che sono insorti a difesa delle tradizioni diventando un caso politico.
Improvvisamente il popolo italiano abituato a mangiare i tortellini del supermercato conditi con la panna si è eretto a paladino della tradizione? Oppure è la parola “accoglienza” che ha infiammato gli animi?
Eh sì perchè ci hanno già venduto i “tortellini vegetariani”, i tortellini con i “ripieni fantasia” e altre schifezze eppure nessuna di queste varianti ha scatenato il polverone del “tortellino dell’acccoglienza”. Allora è forse il caso di fermarci a ragionare e capire che ancora una volta qualcuno ha pensato al posto nostro portandoci a ragionare in un senso che di logico ha davvero ben poco.
Il tortellino col pollo non sarà un vero tortellino, sarà più una trovata di marketing come lo sono stati gli altri ma non ci vedo nulla di strano il mondo va così, le imprese ci presentano ogni giorno variazioni improbabili di ricette tradizionali. E allora? Sta al consumatore scegliere un prodotto di qualità piuttosto che un altro così come il consumatore è libero di scegliere tra il fast food di una multinazionale o l’agriturismo a chilometro zero.
Quindi se volete fare i paladini del “Made in Italy” vi chiedo almeno di essere coerenti e farlo tutto l’anno acquistando prodotti locali e sviluppando una consapevolezza che vada oltre i titoli dei giornali.