Certi ristoranti meritano un posto speciale nei nostri ricordi perchè non si tratta semplicemente di mangiare ma in certi locali il pasto diventa un’esperienza sensoriale totale. E’ il caso del “Tiglio” nel comune di Montemonaco. Arrivare quassù, a Isola San Biagio, alle pendici del monte Sibilla è già un’esperienza. Parecchi chilometri di strada stretta e tortuosa, un pugno di case all’apparenza un po’ malandate e il ristorante che, visto da fuori, non sembra nulla di particolare. Poi si entra e già tutto cambia: il locale appare molto elegante e curato, i camerieri gentili e preparati ci accolgono come se ci trovassimo in un rinomato locale di una grande città.
L’inizio a tavola è subito col botto: una “passeggiata sui sassi dei Sibillini” ovvero dei “cioccolatini” al formaggio e tartufo davvero fantastici e il Ricordo dell’ultima nevicata”: crostini con cipolla brasata e neve di panna, molto ben presentati. Proseguiamo scegliendo di provare il menù degustazione e cade su di me l’onere di abbinare, non senza difficoltà, ai piatti successivi un Mirum (Verdicchio di Matelica Az. La Monacesca).
Gli antipasti sono così composti: tartare di manzo con ostrica, testina d’agnello lavorata come una coppa di maiale con spuma di cervello; riccio di mare con midollo e caffè; frittata con erbe e tartufo nero su cialda di patate; fegato di manzo con gelato al tamarindo e cipolla brasata e l’omaggio a Uliassi: un gelato di foie gras su crema di foie gras e nocciole con aceto balsamico abbinato con chinotto Paoletti. Che dire? Tutto sublime! Sorprendente la testina d’agnello e il caffè abbinato al riccio di mare, tradizionale e sempre ottimo il tartufo con la frittata, inconsueto e interessante l’abbinamento dei foie gras col chinotto.
I primi: spaghetti con ragù di lepre ed essenza di fieno e tortelli di cipolla e scalogno. Il primo elegante e particolare espressione del territorio montano, il secondo delicata espressione di materie prime povere elevate a piatto da gourmet. Per i primi e i secondi ci avvaliamo del supporto di un Rosso Piceno Superiore ” Picus” dell’Azienda San Savino – Capecci.
Con il secondo torna in scena il foie gras ad accompagnare un petto di piccione davvero succulento. Un altro prodotto tradizionale dell’alimentazione dei nostri notti esaltato dall’abbinamento con uno dei prodotti più ricercati dagli appassionati del buon cibo.