I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

Il terremoto fa i danni ma anche la burocrazia non scherza

Passano i giorni e forse qualcosa è ora di dirla. L’emergenza dei primi giorni, il caos, i soccorsi stanno dando spazio all’organizzazione che a piccoli passi avanti e tanti di lato va avanti.

Container si, container no, container forse… sarebbe da aggiornare così il testo di una celebre canzone di Elio e le Storie Tese. Perchè è vero che i container non possono essere la soluzione ma non si può neanche chiedere alla gente di mollare il suo mondo e ricostruirsi una vita provvisoria a 50 chilometri di distanza. E allora? Le casette di legno ma ci vuole tempo perchè bisogna trovare dove metterle e poi fare gli allacci e poi piazzarle.

Ma tutto questo non l’avevamo già visto nel 97? Che fine hanno fatto i villaggi d’emergenza costruiti dopo quel sisma? Alcuni comuni hanno smantellato tutto come per cancellare un brutto ricordo, altri più lungimiranti hanno mantenuto tutto o quasi. A Montecavallo ad esempio il piazzale c’è ancora e ci sono ancora tutti gli allacci pronti da collegare nei pozzetti. Ci sono anche le casette di legno che in questi anni il comune ha dato in gestione al ristorante per l’ospitalità. E ora ecco che le strutture sono già pronte e in buono stato per accogliere gli sfollati.

Poi c’è la questione di chi non può o non vuole andarsene. Gli allevatori non possono lasciare le bestie e allora bisogna muoversi per allestire alloggi provvisori per uomini e animali. Se nei centri principali qualcosa si sta muovendo le frazioni sembrano in totale abbandono. Così è ad Aschio (foto copertina di Gianfranco Mancini), minuscolo centro della frazione di Visso. E meno male che anche qui sono rimaste le casette del 97 ad accogliere il novantunenne combatti Checco, allevatore da una vita e quei pochi pastori che da qui non possono andare via.

Infine c’è una sensazione di totale immobilismo, di attesa. Capisco il non voler iniziare i sopralluoghi di agibilità con lo sciame sismico ancora in atto. Quello che non capisco è perchè non si interviene per salvare il salvabile.

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Molte case infatti hanno subito danni non gravi a causa del sisma ma ora rischiano di subirne a causa delle infiltrazioni d’acqua dovute alla caduta di coppi o comignoli (vedi foto del tetto di una palazzina a Cuore di Sorbo di Ussita). Danni che potrebbero essere facilmente scongiurati se si intervenisse con delle coperture provvisorie (teli di plastica, ecc.) eppure questo non viene fatto non è neppure possibile fare a carico dei privati. Così facendo si rischia di danneggiare anche quel patrimonio immobiliare fatto di abitazioni antisismiche che potrebbero essere rimesse in sesto con una spesa esigua e tempi brevi.

Come ricorda anche un operaio del comune nel 97 si corse subito ai ripari, lavorando anche sotto la pioggia e la neve per salvare il salvabile.

Oggi invece si assiste solo alla sfilata di personalità e alle vaghe promesse di ricostruzione rapida.

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