Da qualche tempo si fa un gran parlare dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come se fossero la panacea a tutti i male che affliggono questo paese.
Denaro che sulla carta dovrebbe rilanciare l’economia attraverso una svolta green che aiuti anche a combattere l’incubo dei cambiamenti climatici. Altro filone su cui dovrebbe vertere la spesa sarebbe quello della ripolazione e rilancio delle aree interne troppo spesso abbandonate e considerate incomprensibilmente marginali.
Purtroppo quello che si sta delineando in realtà è l’ennesima colata di cemento sui nostri territori con i fondi in arrivo che rischiano seriamente di essere destinati a progetti che tutto sono meno che green. Il rischio maggiore come sempre lo corrono le nostre montagne già duramente colpite dal terremoto e a forte rischio di spopolamento. Un incobubo che potrebbe concretizzarsi con progetti assurdi, faraonici e che poco avranno a che vedere con le vere necessità dei territori.
Sui Sibillini le proste emerse sono da far rabbridivide: Sarnano ha ipotizzato la creazione di una Pista da Sci estivo in plastica: qualche centinaio di metri di superficie sintetica che, secondo la proposta, dovrebbe attrarre dei fantomatici appassionati di sci per qualcosa che ricordi lonanamente una vera discesa sulla neve ma che segni indelebilmente il volto delle nostre montagne con l’ennesima “operazione Disneyland”.
Non mancano le classiche richieste per impianti di risalita o laghetti per l’innevamento artificiale in zone dove non solo ormai i periodi di innevamento sono brevi ma anche le temperature invernali sono spesso incompatibili con lo sci. Inoltre la creazione di invasi in quota si scontra con il grave problema della mancanza d’acqua che, nelle ipotesi geniali fatte finora dovrebbe essere pompata da valle. Nulla di più ecologico!
Ma si rischia di toccare il fondo con lo scellerato progetto di un mega resort con albergo, camping e impianti sportivi nella zona dell’Infernaccio. Proposta che per la sua realizzazione prevede l’esproprio delle abitazioni terremotate della frazione di Rubbiano (per i terremotati l’ennesimo schiaffo). Una mega struttura di lusso (secondo il comune di Montefortino) che si scontra in modo assoluto non solo con l’ambiente in cui dovrebbe sorgere ma soprattutto con la tipologia di target turistico dei Sibillini che fanno di agriturismi e piccole strutture ricettive di qualità la loro attrattiva fondamentale.
Una serie allucinante di investimenti che non hanno nulla a che vedere con la green econimy e la riqualificazione dei borghi ma che rischia di creare cattedrali nel deserto e cicatriti indelebili. Sembra di essere tornati agli anni 60 e 70 quando la montagna era un luogo da saccheggiare e da cementificare per renderlo più simile alle nostre città. Anni che hanno lasciato sul terreno dei mostri oggi in totale abbandono: la strada della Sibilla, la funivia del Bove, i grandi hotel e tanti altri inutili sfregi.