La montagna di San Lorenzo, poco sopra Treia, oltre ad essere uno dei punti panoramici migliori della provincia, è ricca di sentieri che s’inerpicano tra boschi e prati. I più suggestivi conducono alla grotta di Santa Sperandia e alla Rocca del Monte Acuto, meglio nota come la Roccaccia.

Entrambe le mete sono piuttosto semplici da raggiungere con camminate di non eccessivamente impegnative. In auto si sale la strada asfaltata che da Treia arriva fino alla cima del monte. Poco prima dello scollinamento al destra vi è la deviazione per la grotta e la rocca. S’imbocca lo sterrato e si superano alcune case, ricordo di tempi bui e di urbanizzazione selvaggia e insensata… Si può a questo punto parcheggiare e proseguire a piedi.

Subito sulla sinistra si trova il sentiero che scende alla grotta, più che un sentiero dopo pochi metri diventa una lunga scalinata in legno (circa 400 gradini!). In breve tempo si arriva all’imbocco della grotta che non’ostante la vicinanza a Treia si trova già nel territorio di Cingoli. La grotta dove visse in solitudine la Santa è un modesto anfratto sulla parete rocciosa che si affaccia verso la valle della Grottaccia. L’ingresso della grotta è stato negli anni trasformato con la realizzazione di una scalinata e una balconata in cemento che fanno da ingresso ad una modesta cappella che contiene gli “ex voto” dei pellegrini. Purtroppo il panorama che ci si para davanti è desolante in quanto la è deturpata dalle numerosa cave, la più grande delle quali, proprio di fronte all’eremo ha ormai fagocitato un’intera montagna!

A questo punto si deve risalire (per i ben noti 400 scalini) per tornare sul sentiero iniziale che porta fino alla Roccaccia.

Dopo una breve passeggiata si arriva al modesto rudere da cui però si può godere di un panorama che spazia dal Conero fino ai monti della Laga e ai Sibillini.