I Racconti Dello Stomaco

Il mondo con gli occhi e la fame di un gastronauta

10 Ristoranti in cui Morire Felici in Provincia di Bologna Edizione 2019

Passa il tempo e aumentano le mie esperienze enogastronomiche in terra d’Emilia, perciò è il momento di far uscire una nuova classifica che 10 Ristoranti in cui Morire Felici in Provincia di Bologna.

Come sempre vige l’avvertenza di non prendere troppo sul serio una classifica che si basa sulla mia esperienza personale e sul mio personalissimo metro di giudizio, in poche parole questa non è la classica guida ai ristoranti:

  1. Due Cuoche e Una Cucina – Bologna. Piccolo, nascosto, da fuori non gli daresti fiducia e da dentro neanche. Ma appena vi sarete seduti verrete investiti da una valanga di roba buona, grassa, unta e calorica ma assolutamente buona come vuole la tradizione bolognese. In cucina due vere zdaure bolognesi vi condurranno in un lungo viaggio nel mondo del colesterolo dal quale uscirete con qualche giorno di vita in meno ma tanta felicità in più. Mezzo voto in più per la foto di Selen alla parete.
  2. Bologna Tartufunghi – Orelia di Vergato. Avete voglia di funghi e tartufi? Tranquilli con un pasto nella trattoria Bologna Tartufunghi assumerete la quantità raccomandata di un anno e potrete sopportare per un po’ la vostra fame atavica di prelibatezze dell’appennino. Qui un pasto è una vera sfida se puntate al menù completo e per contorno osate chiedere le patate con salsiccia e tartufo vi conviene fare prima testamento.
  3. Trattoria Naldi – Barbarolo di Loiano. Se la montagna mette fame la trattoria Naldi risponde. La pasta fatta in casa è un toccasana per i vostri trigliceridi che faranno la ola ad ogni boccone. Se poi volete davvero far felice la cuoca chiedete un bis di primi e allentate preventivamente di un paio di buchi la cintura, ne avrete bisogno.
  4. Trattoria La Bassa – Anzola. Le zdaure al potere! Da brave signore vi vizieranno come un bimbetto dalla nonna facendovi fare il pieno di cose buone e ricche di burro come vuole la tradizione. Tranquilli, la vicinanza al cimitero locale è solo casuale.
  5. Osteria di Nonno Poldo – Roncobilaccio. Locale da stomaci forti, vegani e salutisti sono pregati di girare alla larga. Qui infatti s’incontrano la cucina emiliana e quella toscana dando vita ad un mostro calorico di rara potenza. Da un lato la pasta all’uovo e il burro, dall’altro la ciccia e il vino creano in questo angolo di appennino un concentrato epico di grassi saturi che solo i più impavidi potranno affrontare.
  6. Agriturismo Ca’ Guidotti – Luminasio di Marzabotto. La griglia sempre accesa all’aperto, anche d’inverno, emana un richiamo irresistibile. Ma se siete delle persone serie, prima della carne dovrete necessariamente assaggiare le tagliatelle verdi al ragù. Il problema è che il cosiddetto assaggio avrà la cubatura di un insediamento industriale del nord est. Infatti per “abbatterlo” tutto dovrete aprire una pratica edilizia in comune.
  7. Trattoria dal Piccolo – San Giovanni in Persiceto. Nel centro di San Giovanni il Piccolo è un grande dispensatore di colesterolo sottoforma di generose porzioni di cucina tipica. Di piccolo qui c’è solo il nome dato che le porzioni arrivano su vagoni merci carichi come alla stazione di Bologna.
  8. Ristorante l’Aquila Nera – Montepastore di Montesampietro. Quello che arriva con l’antipasto in certi ristoranti sarebbe considerato menù completo. Qui invece è solo l’inizio di un lungo viaggio nella grassa tradizione bolognese. Un viaggio che sicuramente graverà sul vostro peso ma state tranquilli, la strada del ritorno è tutta in discesa.
  9. Trattoria Bortolotti  – Calderara di Reno. Già il fatto che se ci andata durante la settimana trovate orde di camionisti affamati dovrebbe farvi capire di cosa stiamo parlando. Ma una volta accomodati a tavola non potrete più tornare indietro. Qui di leggero c’è solo il tovagliolo. Per il resto sono palata di cucina tradizionale bolognese, quella violenta! Per i veri intenditori ci sono anche le rane fritte che solo a guardarle fanno salire l’ansia al fegato.
  10. La Baracca – Zola Predosa. Effettivamente è poco più di una baracca, con tavoli all’aperto e quel vago odore di strutto fuso nell’aria che mette sempre di buon umore. La specialità della casa sono le tigelle e gnocco fritto che arrivano a vagonate, accompagnate dai loro amici affettati e dall’immancabile squacquerone tanto per dare il giusto supporto grasso al maiale. Dopotutto si sa: il colesterolo è felicità!

Ecco una piccola carrellata di ristoranti a modo in cui riempirsi la pancia e non far piangere il portafoglio. Ma se siete a conoscenza di templi del colesterolo da grande abbuffata non esitate a segnalarli ed io impavidamente metterò a repentaglio le mie coronarie per raccontarveli.